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Francesca Milano

Francesca Milano, head of Chora Live a Chora Media.

Per sei anni, dal 2015 al 2021, si è occupata della gestione degli account Facebook, Twitter, LinkedIn e Instagram de Il Sole 24 Ore in qualità di social media editor.

Ideatrice e conduttrice di “Stories di successo”, la rubrica video da cui è nato il podcast “Stories di successo”, è stata la responsabile del progetto podcast del Sole 24 Ore.

Stefano ha ricoperto vari ruoli negli anni nell'ambito del marketing digitale, dopo di che ha fondato insieme a Vincenzo Iracà la sua web agency Klorofilla, specializzandosi nella realizzazione di landing page professionali per PMI. Oltre a progettare le landing page, Stefano si occupa della loro promozione, nello specifico realizza campagne pubblicitarie sulla piattaforma Google Ads, con l'intento di intercettare potenziali clienti pronti ad effettuare la voluta azione di conversione.

Da sempre appassionato di informatica e tecnologia, dopo un background da tecnico informatico, fonda insieme a Stefano Lavazza l'agenzia web Klorofilla. All'interno dell'agenzia, Vincenzo si occupa di sviluppare siti web e landing page professionali ed è uno dei primissimi sviluppatori in Italia a padroneggiare appieno il page builder Oxygen per WordPress. Per chiudere il quadro delle competenze, Vincenzo è un esperto di posizionamento nei motori di ricerca e di SEO.

Consulente, Progettista e Formatrice aziendale.

Aiuta imprenditori, manager, lavoratori a migliorare loro stessi, i loro team e di conseguenza le performance e la produttività aziendale.

Promuove i suoi progetti di salute, sicurezza e benessere organizzativo a fianco dei responsabili HR, HSE e FORMAZIONE.

Nata dagli studi alla Facoltà di Architettura e Società al Politecnico di Milano, ha lavorato presso importanti istituti di ricerca, sviluppando metodologie di osservazione di luoghi e persone che rimodella e applica nei suoi progetti aziendali.

Scrive per diverse riviste di settore e pubblica il suo primo libro nel 2015 “Il Lavoro Possibile. Metodo progettuale per il benessere e la produttività delle imprese” Ed. FerrariSinibaldi.

Prova

Classe '75, è un consulente e formatore sulla comunicazione digitale. Ha lavorato per 12 anni nel settore dell’editoria informatica come giornalista professionista (Computer Idea e altri). Ha scritto alcuni saggi e manuali su cultura digitale, Internet e social media per diversi editori, tra i quali Mondadori, FrancoAngeli e Hoepli, ed è direttore della collana "Fai da tech" di Ledizioni. Attualmente si occupa di formazione aziendale sulla comunicazione digitale (uso strategico di LinkedIn in particolare) e sull'intelligenza artificiale per Primopiano e altre importanti business school.

Il tallone d'Achille è una metafora per presentare un tema serio.

Come trasformare un punto di debolezza in un punto di forza.

Concetto noto nel marketing tradizionale (un ristorante con pochi posti a sedere è esclusivo) si può applicare anche nel personal branding.

Aver fatto il giornalista ad esempio potrebbe mal conciliarsi con il ruolo di consulente aziendale, come spiega Gianluigi Bonanomi applicandolo al suo caso.

Però può diventare un punto di forza nel momento in cui le consulenze sono su piano editoriale e scrittura.

Nel corso online Personal branding e digital reputation mostriamo come chiunque può fare personal branding.

Guarda il video in cima all'articolo per scoprire uno degli argomenti che tratteremo.

Roberto Rasia dal Polo è nato a giugno del 1974 ed è un dirigente d’azienda, fa il comunicatore e il formatore professionista e scrive libri.

Da 22 anni si occupa con passione principalmente di gestione di uomini e progetti complessi, di comunicazione efficace e di formazione comportamentale.

Dotato di uno spiccato senso civico, è molto riconoscente alla città di Milano, che lo ha accolto quando a 23 anni si è trasferito dalla natìa Genova per cercare lavoro.

Arrivato da stagista a Milano, vi ha messo radici, tanto da trasformarla nella sua città, che amo profondamente e che gli ha consentito di raggiungere le mete professionali e umane attuali.

Oggi è da tre anni il Direttore Comunicazione e Formazione del Gruppo Pellegrini e affianca il presidente Ernesto Pellegrini e la figlia Valentina.

Più di 700 eventi scritti e condotti dal vivo, 10 anni come autore e conduttore di Radio24 e più di 8 anni sulle piattaforme di SKY TV, con decine di collaborazioni in video con Rai e Mediaset, gli hanno consentito di costruire una gavetta tecnica che pochi possono vantare.

Ha, poi, maturato 10 anni di esperienza nel settore delle PMI, come fondatore e direttore generale di una società di consulenza direzionale e video produzione (12punt6 SaS Communication).

È membro del Consiglio Direttivo del Centro Studi Grande Milano, membro del consiglio direttivo del Rotary Club Milano Sud Ovest, di cui è presidente della Commissione Comunicazione. Da qualche anno è anche socio onorario della Pontificia Accademia Mariana Internazionale.

Come giornalista pubblicista (iscritto all’Ordine dal 2003), collabora da 7 anni con il mensile Platform Optic e dirige www.TurismoinAuto.com, magazine dedicato alla mobilità sostenibile, alle eccellenze italiane, alle auto, alle moto e al life-style.

È autore di due libri:

È sposato e papà di una bimba di 3 anni.

Il corso Influencer marketing è rivolto a professionisti e aziende che vogliono attivare iniziative efficaci di marketing tramite gli influencer.

Il corso ti darà tutte le competenze per districarti nel mondo dell'influencer marketing, per selezionare i migliori influencer e per valutare i risultati di una campagna.

Durante la giornata in aula sfateremo alcuni miti e chiariremo i più comuni e diffusi dubbi che riguardano queste figure professionali.

Ti daremo nuove competenze sui regolamenti che riguardano questo tipo di attività di marketing per poter creare progetti validi, profittevoli ed efficaci.

Attraverso casi pratici e case studies di successo, vedremo come è possibile lavorare con gli influencer per fare marketing, come misurarne l'efficacia e quali tipi di contratti stipulare.

Affronteremo diverse strategie per creare iniziative di comunicazione che possano avere un reale e misurabile ritorno sull'investimento.

Argomenti del corso influencer marketing

  • Le categorie di influencer
  • Le community
  • Quali metriche monitorare
  • Obiettivi dell'influencer marketing
  • Scegliere gli influencer in base alle finalità aziendali
  • Lo stato dell'influencer marketing in Italia
  • Come identificare e scegliere un influencer
  • Media kit e statistiche di business: come leggerle e valutarle
  • Tutela contrattuale tra brand e influencer
  • Le possibili KPI
  • UGC/EGC
  • Il "caso" Apple
  • I migliori tool per selezionare gli influencer
  • Case studies di successo (nei settori hotellerie, food e turismo)
  • Influencer marketing ai tempi del Covid-19

Silvano Rusmini, direttore di tre testate B2b del settore food&beverage racconta la sua esperienza di "trasformazione digitale". In poco tempo grazie anche ai corsi di Primopiano ha dato vita a due nuovi progetti, un blog (www.dammiunabirra.it) e un portale sull'Horeca (Horeca Channel Italia). Nel suo articolo e nella videointervista a "Storie in Primopiano" tanti spunti interessanti per affrontare le sfide del mercato del lavoro in uno scenario di continuo ed epocale cambiamento.

Affrontare la sfida digitale

Non sono nativo digital. Sono nato molto prima del 1990, sono un baby boomers (1941).

L’evoluzione digital però non mi trova impreparato ai cambiamenti.

La mia generazione di giornalisti ha visto sparire e nascere molte tecnologie diverse:

  • dalla scrittura con la penna alla macchina da scrivere al computer. Io sono partito dalla storica, portatile, Olivetti 22
  • dalla composizione a mano siamo passati alle Linotype, enormi macchine con tastiera che colavano piombo fuso, lettera per lettera, poi siamo arrivati al computer

Ricordo che quando ho fatto vedere a un vecchio linotipista del Corriere che con il Mac cambiavo lo stile e la grandezza dei caratteri con un click… È quasi svenuto.

Nella comunicazione dalla telescrivente siamo passati al fax alle mail etc.

Fino al 1970 per telefonare al giornale utilizzavo la chiamata con richiesta di urgenza stampa.

Passavo ore al posto pubblico per avere il collegamento che veniva gestito dalla centralinista.

Oggi col cellulare telefoniamo, scriviamo, navighiamo etc.

Ho iniziato ad usare il computer in redazione nel 1984: era un Mac 512 costava 2 milioni e mezzo di lire. Hard disc altri 2 milioni e mezzo.

I giornalisti che mi venivano a trovare in redazione lo consideravano il mio nuovo “giocattolo”.

Mi sembra che il giornale di Montanelli installò gli IBM e l’anno dopo ci furono alcuni scioperi contro la nuova tecnologia.

Ma anche la fotografia è cambiata: dalla pellicola al digitale, ma anche dalla fotolito che usava le lastre di zinco, rame, siamo arrivati al digitale.

Quello del passaggio dalla carta stampata al digitale è per me solo uno dei tanti cambiamenti

Le differenze sono molte, la velocità, la lunghezza dei testi, la possibilità di fare delle modifiche a pezzo pubblicato,

Basti pensare che la rivista mensile viaggia con un ritardo, sulla notizia, che va dai 20 ai 45 giorni.

Molti editori di stampa trade fanno un numero unico a luglio-agosto e dicembre-gennaio; un blackout di due mesi che si rimedia in parte dando la notizia dell’evento però a cose avvenute.

Aprire un blog sulle proprie passioni

Io ho scelto di fare il blog per mantenere vivo il contatto con i tanti amici e personaggi che ho conosciuto in questi 40 anni di attività.

Mi mantengo attivo e visibile col blog per fare consulenze, prevalentemente sulla comunicazione (e oggi ce n’è tanto bisogno) e con iniziative di marketing e eventi.

Perché fare un blog e quali sono le prospettive, le difficoltà?

Non sono la persona adatta a rispondere in quanto ho appena iniziato.

Ognuno può avere una sua giusta motivazione.

Posso dire però su quali basi ho costruito il mio progetto.

Ho iniziato a scrivere di birra agli inizi degli anni 80 quando la birra era considerata poco più di un soft drink

Ero l’unico in Italia. I giornalisti che si occupavano di enogastronomia parlavano solo di vino.

La birra non era abbastanza nobile e non era di moda.

Oggi ce ne sono a decine, fra i quali due o tre sono molto bravi.

Porto quindi nel mio blog un grande bagaglio di conoscenza di contatti, di esperienze.

Ho visitato molti birrifici in Europa e in vari paesi del mondo, in quanto le loro birre sono presenti sul nostro mercato.

Quindi grande know how sul tema che ho scelto: la birra.

Avendo diretto per anni delle riviste cartacee non parto dal nulla, conosco come preparare un  piano editoriale e altre nozioni che sono la base della comunicazione.

Certo il digitale è diverso ma proprio per questo ci vuole più professionalità, ogni minimo errore viene subito rilevato, partono le critiche, si perde credibilità.

Il lato economico

Un altro aspetto è quello economico.

Oggi chi parte con un progetto digitale e punta sulla pubblicità, se i risultati non arrivano si rende conto, purtroppo tardi, che il business non ripaga l’impegno.

Ci vuole molta passione, certo, ma anche idee precise su come si può sviluppare il business, se il business è uno degli obiettivi.

Occorre conoscere la tecnologia, il mondo digital, proporre contenuti originali e interessanti e ripeto avere le idee chiare su come sviluppare la parte commerciale.

Cambiare ai tempi del Coronavirus, anche grazie alla formazione

Tornando al tema Coronavirus, è vero che in tre mesi circa sono passato dalla stampa cartacea al digitale, ma va detto che nei mesi precedenti avevo partecipato ad alcuni corsi digital, in particolare con Primopiano, dove ho incontrato Gianluigi Bonanomi un docente del mondo digital, un giornalista specializzato nel settore con precedenti esperienze di lavoro in riviste di informatica, che mi ha dato nozioni preziosissime su cosa fare e cosa evitare.

Dopo questo incontro ho fatto le mie valutazioni e ho capito che era il momento di cambiare.

Poi il Covid ha fatto il resto… anticipando i tempi.

Se prima del Covid potevo affermare che c’era nel settore un gran parte di persone che utilizzavano il digital solo per fatti personali, dopo l’inizio dell'emergenza sanitaria del 2020 sono partiti un numero impressionante: webinar, le videoconferenze, lo smart working, le vendite online, la necessità di far sapere ai propri cliente, tramite i social, che il locale faceva servizio di asporto e così via.

L'importanza della formazione

Il settore si è quindi ulteriormente affollato, ma proprio per questa ragione è importante partire subito, ma col piede giusto grazie alla formazione giusta.

It’s time to change. L’ho adottato come motto.

Nella progettazione o rifacimento di un sito web aziendale una delle parti più importanti da progettare con cura è la pagina "Chi siamo" che insieme alla home page è una delle sezioni più viste di ogni sito.

Il rischio di inserire frasi fatte o luoghi comuni è sempre dietro l'angolo.

La "frase fatta", quella che sembra andare bene per tutte le stagioni, è molto facile da usare ma porta al lettore/utente una comunicazione vuota e stereotipata che può danneggiare l'immagine dell'azienda o del personal brand (nel caso in cui tu stia facendo il tuo sito personale).

In questo video, Gianluigi Bonanomi, docente di Primopiano e del corso Digital Corporate Storytelling, spiega cosa è meglio evitare di scrivere per non dare una cattiva impressione di sé e allontanare potenziali clienti.

Le frasi fatte da non scrivere nella pagina Chi siamo

  1. Leader di settore
  2. Realtà giovane e dinamica
  3. Tradizione e innovazione
  4. Cliente al centro
  5. Il miglior rapporto qualità-prezzo
  6. Le tecnologie più avanzate
  7. Attenzione al mercato

La pagina Chi siamo è molto importante perché è da questa che i lettori/clienti si potranno fare un'opinione su di te e quindi decidere se contattarti, affidarsi ai tuoi servizi o comprare i tuoi prodotti.

Dev'essere quindi il più possibile personale ed efficace e mai banale.

Se ad esempio, sostituendo solo i nomi del brand e dei prodotti la tua pagina Chi siamo può essere usata senza modifiche anche per i siti di altre aziende, allora forse c'è qualcosa da rivedere…

Nel corso Digital Corporate Storytelling di Primopiano in diretta streaming (con registrazione) vedremo tantissime strategie per raccontare in maniera efficace l'attività, i prodotti e i servizi di ogni azienda, brand o personal brand.

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Si parla sempre di storytelling, ma come si applica concretamente al tuo profilo LinkedIn per migliorarne l'efficacia?

In questo video, Gianluigi Bonanomi, docente del corso LinkedIn in streaming di Primopiano ci parla di 5 tecniche di storytelling che puoi utilizzare anche tu per rendere più accattivante e attrattivo il tuo profilo.

Nel dettaglio Gianluigi spiega con esempi chiari le tecniche del: 

1. Cliffhanger: lascia in sospeso le persone, crea attesa, curiosità, in qualche modo dai un'informazione che obbliga il lettore ad andare avanti.

2. In Media Res: fai partire la tua storia da un punto che non è l'inizio. Fai entrare le persone all'interno della tua carriera.

3. Storia circolare: parti da un punto, sviluppa la storia della tua carriera e finisci nello stesso punto, riprendendo le stesse parole e lo stesso episodio.

4. Show, don't tell (dimostra, non dire): prendi ispirazione da Stephen King e il suo "Misery non deve morire".

5. Evidenzia le scelte anche dolorose della tua carriera. Una storia è piatta se non ti succede niente di pericoloso. Spiega e mostra il tuo viaggio dell'eroe.

CONTENUTI DEL CORSO

Il workshop si pone l'obiettivo di fornire ai partecipanti gli strumenti per realizzare un'inchiesta data-driven, seguendo le fasi del processo di raccolta, analisi e visualizzazione dei dati.

Dopo l'illustrazione dei principali esempi di data journalism, in ambito nazionale e internazionale, i partecipanti saranno accompagnati alla consultazione delle principali fonti di dati, istituzionali e non: i database dell'Istat, dell'Eurostat, i report di enti e istituzioni pubbliche e private, le relazioni di agenzie e autorità.

Il relatore fornirà nozioni e suggerimenti per estrarre dati da fogli di calcolo, tabelle in pdf e pagine web. La seconda fase consisterà nell'analisi dei dati e nell'interrogazione degli stessi mediante le basilari formule statistiche.

Il percorso formativo si completerà con la visualizzazione: saranno illustrati i principali strumenti per la realizzazione di infografiche e mappe. I partecipanti sosterranno un'esercitazione pratica di data journalism con il proprio computer portatile.

Giornalista pubblicista e fotografo professionista specializzato nella fotografia d'azione, Matteo Cappè negli anni ha sviluppato una grande esperienza in vari campi della fotografia, dallo still-life alla fotografia sportiva, dai reportage aziendali e di eventi ai ritratti. Ha pubblicato le sue foto su molte riviste e collaborato con alcune delle aziende più note del settore sportivo e non solo. Nel 2013 ha fondato e dirige BiciLive.it, il primo network italiano con 5 magazine on line dedicato al mondo della bicicletta ed è socio dell’agenzia di comunicazione momaStudio.

Ha dato vita ad una serie di corsi dedicati al mondo della fotografia: Action Photography Workshop. Ha organizzato decine di workshop in diverse città italiane e collaborando con varie aziende del settore fotografico e magazine specializzati in fotografia. Ha tenuto corsi per Canon durante Fotografica, per SanDisk durante la manifestazione PhotoShow.

Massimo Colasurdo è founder e CEO di Informant, startup editoriale che pubblica giornalismo narrativo e long-form journalism su web ed ebook.
Si è occupato di editoria e informazione a vario titolo (Zanichelli, Il Resto del Carlino) e per alcuni editori ha svolto attività di conversione di libri in formato digitale (Epub) curandone la promozione.
E' stato guest blogger per la fiera dell'editoria digitale Ebook Lab Italia di Rimini e per TEDX Bologna.

Nel 2012 ha partecipato come relatore alla Fiera del Libro di Torino nel panel “Ebook, Giornalismo e long articles” insieme a Jacopo Tondelli (direttore de Gli Stati Generali ed ex direttore de Linkiesta) e nel 2013 al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia nel panel intitolato “Digital Long-form” insieme a Johanna Vekhoo di LongPlay, startup finlandese e Bobby Johnson di Matter (recentemente acquisita da Medium).

Gianluca Ferraris è vice caposervizio a Panorama dove scrive soprattutto di attualità, cronaca ed economia. Negli ultimi anni si è occupato, tra l’altro, dello scandalo calcioscommesse, delle infiltrazioni criminali nel mondo dell’azzardo, di terrorismo, dell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.

Ha pubblicato quattro libri, e ha un blog su Panorama.it: Fair Play, dedicato a sport & business.

Nel 2010 con l’inchiesta di copertina «Ladri di speranza», pubblicata da Panorama, ha vinto il premio giornalistico europeo sulla salute e i diritti del malato, assegnato dalla Commissione Ue. Nel 2013 con il libro «Pallone Criminale» insieme ha ricevuto la menzione speciale della giuria al premio letterario «Antonio Ghirelli» della Federcalcio.

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